sabato - 20 Aprile - 2024

Gli antiacidi devono riportare l’avvertimento “lesione renale” sul foglietto illustrativo

 

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Nel tentativo di promuovere la sicurezza dei pazienti, gli antiacidi ampiamente venduti (pillole anti-acidità) dovranno in seguito portare un avvertimento sugli effetti collaterali di “lesione renale acuta” scritto espressamente sui fogli illustrativi.
Una direttiva a tal fine è stata emessa  dall’International Drugs Controller General.

L’avvertimento verrà inserito nella confezione di queste formulazioni, tra cui Pantoprazolo, Omeprazolo, Lansoprazolo, Esomeprazolo e le loro combinazioni.
Un foglietto illustrativo o un’etichetta del farmaco con obbligo di prescrizione medica è destinato principalmente ai medici e ha lo scopo di fornire informazioni per un uso sicuro ed efficace del farmaco.

La questione è stata discussa ampiamente e sono stati fatti studi su casi e valutati da diversi esperti negli ultimi mesi, tra cui il Centro di coordinamento nazionale per il programma di farmacovigilanza.
Recenti studi sulle pillole anti-acidità – usati per il trattamento del bruciore di stomaco – hanno sottolineato che possono esserci gravi effetti collaterali a causa del loro uso prolungato come danno renale a lungo termine, malattia renale acuta e malattia renale cronica, e in alcuni casi, anche il cancro gastrico.

Poiché questi rapporti sono per lo più limitati alle riviste di nefrologia, molti medici potrebbero non essere a conoscenza di questi effetti avversi, hanno sottolineato gli esperti.
Gli antiacidi si classificano tra le prime 10 classi di farmaci prescritti tra tutti e usati per trattare il reflusso acido e l’indigestione, ma anche distribuiti regolarmente in specialità come ortopedia, cardiologia, medicina interna e chirurgia.
Quando gli antiacidi sono arrivati sul mercato ​​per la prima volta circa 20 anni fa per combattere l’acidità, si pensava che questi farmaci erano molto sicuri.

Ciò si è tradotto anche nei pazienti, portando al loro uso dilagante.
In precedenza, il nefrologo statunitense Pradeep Arora, che ha pubblicato ricerche globali in Nefrologia del BMC, ha riferito “l’assunzione non deve superare le 8 settimane, e dovrebbero essere prescritti idealmente nelle indicazioni approvate. Oltre a ciò, se un paziente ha necessità di assumerli, la funzionalità renale e i livelli di magnesio devono essere monitorati frequentemente”.

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