Vinta la causa legale portata avanti da un giovane uomo che si è scagliato contro l’azienda farmaceutica Johnson & Johnson poichè ha in commercio un medicinale che fa male, che fa crescere il seno agli uomini: si tratta del Risperdal, un anti-psicotico molto prescritto
Il Rispedal è un farmaco molto conosciuto il cui principio attivo, è appunto il risperidione. Prodotto dalla casa farmaceutica Johnson & Johnson, ora questo medicinale è “sul banco degli indagati” poichè ritenuto dannoso e può nuocere alla salute.
Che cos’è il Risperdal?
Risperdal appartiene a un gruppo di farmaci chiamati “antipsicotici”. Risperdal è usato per il:
- trattamento della schizofrenia, condizione in cui si possono vedere, sentire o provare cose che non sono presenti, credere cose non vere o sentirsi sospettosi in modo inusuale o confusi
- trattamento della mania, condizione in cui ci si può sentire molto eccitati, euforici, agitati, elettrizzati o iperattivi. La mania si presenta nel corso di una malattia chiamata “disturbo bipolare”
- trattamento a breve termine (fino a 6 settimane) dell’aggressività persistente in persone con demenza di Alzheimer, che danneggiano se stessi o gli altri. Prima del trattamento devono essere state adottate alternative non farmacologiche
- trattamento a breve termine (fino a 6 settimane) dell’aggressività persistente in bambini intellettualmente disabili (di età pari o superiore a 5 anni) e in adolescenti con disturbo della condotta.
Risperdal può aiutare ad alleviare i sintomi della malattia e a fermarne la ricomparsa.
Risperdal e i danni sulla salute “che non si possono ripagare”
A portare avanti una lunga e complicata causa legale, c’è un uomo americano che assume il farmaco sin da bambino e che ha potuto valutare e verificare, direttamente sulla sua pelle, i danni di questo medicinale.
L’azienda dovrà pagare 8 miliardi di dollari di danni a questo ragazzo, Nicholas Murray che, dopo aver usato il farmaco antipsicotico Risperdal da bambino, ha sviluppato una ginecomastia (crescita anomala del seno). L’azienda è accusata di essere stata consapevole dei rischi, ma di non aver messo in guardia medici e pazienti.
Il giovane, riferisce la stampa Usa, ha detto che il problema si è manifestato dopo aver iniziato a prendere il medicinale nel 2003, in seguito a una diagnosi di disordine dello spettro autistico. L’azienda farmaceutica non è molto d’accordo su questo importante risarcimento definendo la cifra “grossolanamente sproporzionata rispetto alla compensazione iniziale in questo caso”.
La sentenza
Johnson & Johnson (J&J) è stata condannata dalla Philadelphia Court of Common e sarà ora costretta a pagare un risarcimento di 8 miliardi di dollari, ma cerchiamo di capire perchè una somma così elevata…
La sentenza pare chiara: Secondo l’accusa J&J avrebbe lucrato sulla pelle dei pazienti senza alcun riguardo per la loro salute e non avrebbe messo in guardia contro gli effetti collaterali del citato Risperdal, addirittura in grado di far crescere il seno agli uomini. Da qui la sentenza del tribunale che ha condannato Johnson & Johnson a un risarcimento multimiliardario.
Esso è un farmaco molto utilizzato sia per la schizofrenia che per il disturbo bipolare, pertanto, assunto da una larga fascia di pazienti psichiatrici, uomini e donne, di qualsiasi età.
Gli effetti positivi del medicinale però, non superano gli effetti collaterali che ne derivano dall’assunzione: gli uomini che l’assumono, sviluppano ginecomastia, ovvero crescita anomala del tessuto, facendo sviluppare il seno agli uomini.
Gli avvocati del signor Murray hanno gioito dopo l’avvenuta sentenza pronunciata a discapito dell’azienda farmaceutica che lo produce:
“Questa giuria, così come altre giurie in altre controversie, ha nuovamente imposto danni punitivi a una società che ha pensato solo a fare profitti sulla pelle dei pazienti”
Johnson & Johnson è stata condannata dalla corte poiché accusata di non aver comunicato ai consumatori le possibili conseguenze derivanti dall’uso del Risperdal, tra cui appunto “la crescita anormale del tessuto mammario femminile nei ragazzi”.