domenica - 10 Novembre - 2024

2 le patologie molto comuni che danno subito diritto all’assegno di invalidità civile INPS

In questo articolo analizzeremo le 2 patologie che danno subito diritto all’assegno di invalidità civile INPS. Questo ente infatti, tutela i cittadini che, per motivi di salute, sono impossibilitati a lavorare o a svolgere mansioni altamente retribuite; hanno pertanto il diritto di ricevere agevolazioni fiscali, esenzioni e benefici economici.

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Abbiamo analizzato più volte, in diversi articoli, quali sono le malattie che danno diritto all’invalidità civile.

Sicuramente va considerata anche la gravità della malattia stessa: solo le patologie che riducono le capacità lavorative, possono dar diritto a sostegno economico. Vediamo adesso invece quali sono le 2 patologie che danno subito diritto all’assegno di invalidità civile INPS e come ottenere il beneficio economico.

Le 2 patologie che danno immediatamente diritto all’assegno di invalidità civile INPS

Ci riferiamo nello specifico a due malattie che realmente compromettono in varia misura la vita quotidiana fino a determinare uno stato di infermità.

La prima di esse coincide con l’ernia del disco che spesso necessita di intervento chirurgico alle vertebre lombari. A seguito dell’operazione di stabilizzazione si può ottenere il riconoscimento di una percentuale di invalidità che oscilla tra il 31% e il 40%. Una percentuale pertanto cui non spetta il conferimento del rateo pensionistico e tuttavia è possibile richiedere una visita di accertamento alla Commissione medica dell’INPS. Ciò per attestare l’effettiva riduzione di alcune abilità quotidiane e capacità lavorative.

La seconda patologia per cui il contribuente potrebbe avanzare richiesta di assegno di invalidità è la depressione. La depressione è una malattia, uno squilibro dell’umore caratterizzato da sentimenti di tristezza di diversa gravità, inadeguatezza, mancanza di speranza, sensazione di malessere profondo, sensi di colpa e dubbi. Essa rappresenta pertanto una malattia che genera inabilità e se pur è una patologia dell’anima, comunque genera malessere.

In particolare, è prevista una percentuale di invalidità diversa a seconda della gravità della patologia, come di seguito indicato:

  • sindrome depressiva endoreattiva lieve : invalidità del 10%;
  • sindrome depressiva endoreattiva media: invalidità del 25%;
  • sindrome depressiva endoreattiva grave: invalidità dal 31 al 40%;
  • sindrome depressiva endogena lieve: invalidità del 30%;
  • sindrome depressiva endogena media: invalidità dal 41 al 50%;
  • sindrome depressiva endogena grave: invalidità dal 71 all’80%;
  • nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: invalidità dal 21% al 30%;
  • nevrosi fobico ossessiva lieve: invalidità del 15%;
  • nevrosi fobico ossessiva grave: invalidità dal 41% al 50%;
  • nevrosi ansiosa: invalidità del 15%;
  • psicosi ossessiva: invalidità dal 71% all’80%.
L’assegno d’invalidità dà diritto a:

-l’esistenza di un’invalidità superiore al 67%,

-del requisito contributivo di 5 anni, di cui 3 versati negli ultimi 5 anni.

L’assegno ordinario d’invalidità si calcola sulla base dei contributi accreditati.

In assenza di tali presupposti è sempre possibile ottenere la pensione d’invalidità civile, in presenza di un’invalidità del 74% e un reddito non superiore a 4.853.

In tali casi si ha diritto ad un assegno di 286 euro mensili.

In Italia l’INPS riconosce anche la pensione di vecchiaia anticipata per quelle invalidità superiori all’80%. In particolare possono andare in pensione gli uomini che hanno compiuto i 60 anni e 7 mesi e le donne che hanno compiuto 55 anni e 7 mesi.

Sono esclusi da tale beneficio i lavoratori pubblici e quelli autonomi. Alla non autosufficienza per un’invalidità del 100% è associato l’assegno di accompagnamento di 615 euro al mese.

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