giovedì - 28 Marzo - 2024

L’allarme e la previsione di Massimo Galli: «Arriverà un’altra grande epidemia da germi multiresistenti»

La previsione di Massimo Galli non sembra rassicurarci, poichè nonostante il coronavirus non è ancora terminato, già preannuncia una nuova catastrofe: «Arriverà un’altra grande epidemia, causata dai germi multiresistenti“.

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Alla vigilia del XIX Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, l’esperto lancia l’allarme: “Questa epidemia ci ha dato una lezione – ha evidenziato Galli – ha sottolineato infatti come sia importante una buona rete epidemiologica, anche per fronteggiare alcune emergenze come quelle da Covid-19. Come riporta fanpage.it, negli ultimi anni, però, proprio l’infettivologia ha subito tagli pesanti, unità complesse che sono passate a semplici, mentre in alcune strutture ospedaliere la figura dello specialista infettivologo è stata considerata addirittura inutile. E sono decenni che sulla medicina territoriale non si investe, che si rilevano anche differenze sostanziali tra una regione e un’altra”.

Ritengo opportuno, che questa epidemia ci insegni ad andare nella direzione esattamente opposta. Oggi la sanità pubblica, purtroppo, vige in stato semicomatoso. Diventa indispensabile, soprattutto per gli anni a venire, la presenza di una funzione specialistica in ogni centro ospedaliero, non soltanto da un punto di vista strettamente clinico, ma anche dal punto di vista epidemiologico, affinché ci possa essere un possibile riscontro precoce di condizioni che diventano poi di interesse della prevenzione territoriale nel senso più vasto.”

Mi auguro francamente che si possa fare tesoro da questa lezione – prosegue Galli – in modo che ci possa trovare più pronti ad affrontare l’altra grande epidemia in arrivo: una pandemia neanche tanto strisciante.. Parliamo di quella causata dai germi multiresistenti, che colpisce tanto gli ospedali quanto gli ambienti esterni, una delle principali minacce di questo decennio. E mi auguro, infine, che riusciremo ad essere più forti per fronteggiare malattie “storiche”, come quelle da HIV e HCV”.

Massimo Galli e la terza ondata

Una terza ondata di Covid-19 dopo le feste di Natale e Capodanno “non l’ha necessariamente ordinata il dottore“, quindi va fatto il possibile per scongiurarla. Ma “se non prendiamo tutte le necessarie precauzioni, e non continuiamo a mantenerle, non posso che accodarmi alle posizioni già espresse da alcuni miei illustri colleghi e dire che la ripresa della malattia a gennaio è un fatto quasi scontato“.

Non ci possiamo permettere di non essere prudenti – spiega all’Adnkronos Salute – E’ una banalità, ma tutti i segnali che tirano verso il ‘liberi tutti’ diventano pericolosi”.

Per lo specialista quella che viviamo “è oggettivamente una situazione che non consente in linea generale, e in particolare in alcune zone della Lombardia in cui il virus è comunque ancora molto presente, di applicare degli avventurismi, di avere atteggiamenti” che poi possono comportare effetti “estremamente negativi”. Galli ammette che tutto sembra un po’ “scaricato sui cittadini”, ma innegabilmente “la responsabilità individuale è un fatto importante – ammonisce – Non possiamo andare nei luoghi dove più facilmente le persone si concentrano e rimanere stupiti dicendo ‘ma guarda quanta gente c’è!’. La domanda è ‘è tu? Anche tu sei lì insieme a loro'”.

Certo che “è una situazione non facile – osserva l’infettivologo – in cui avere posizioni fortemente restrittive è evidentemente triste e limitante, però è così“: una terza ondata di Covid è un pericolo concreto.

In ultima battuta Galli rivolge un messaggio ai politici: “Le chiusure sono una resistenza passiva“, fa notare, mentre “io credo che si debba cambiare registro in un’altra direzione“, quella della “resistenza attiva” ossia di “interventi di altro genere e più incisivi. Per esempio un utilizzo estensivo dei test, o misure che riescano veramente a migliorare e organizzare i trasporti, solo per citare un settore. Il punto – conclude lo specialista – è che per svariati mesi la convivenza con questa infezione è ancora obbligata”.

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