<h6 class="articolobig"><em>Una storia tanto triste che lascia tanto amar in bocca, che nel 2019 non vorremmo mai ascoltare.</em></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-8011" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2019/09/iStock-1089173906.jpg" alt="" width="739" height="473" /></p>
<p>MARGHERA –Spesso la disperazione, la mancanza di sostegno, può portare le persone a compiere gesti estremi per far comprendere agli altri quanto la loro situazione sia preoccupante. Questa è la storia di <strong> Liliana Vasilache, residente a Marghera</strong>, che, dopo anni di richieste al Comune e servizi sociali, a suo dire senza mai risposta, per protesta, già nel mese di Giugno era in <strong>sciopero della fame e ha interrotto la chemioterapia.</strong></p>
<h6><strong>Una storia che commuove</strong></h6>
<p>Rumena, in Italia dal 2005, in regola dal 2007, con due figli minorenni, vive una situazione che definisce paradossale. &#8220;<em>Sono in sciopero della fame perché abbandonata dalle istituzioni&#8221;</em>, racconta Liliana .</p>
<p><em>&#8220;Mi sento ogni giorno più debole ma non mollerò finché qualcuno non interviene&#8221;. Liliana ha sempre lavorato e pagato le tasse. Il suo calvario inizia nel 2010: «Un tumore mammario in metastasi ossea. Sono invalida al 100% con inabilità lavorativa. Viviamo in tre con la mia pensione e l’assegno di cura del Comune di 700 euro,Ho fatto richiesta per la cittadinanza italiana ma dopo tre chiamate per l’intervista e la documentazione, la richiesta è ancora ferma in prefettura a Venezia».</em></p>
<p>Purtroppo la vita sua vita le ha riservato sempre il peggio. &#8220;<em>Nel 2007 ho conosciuto quello che nel 2011 è diventato mio marito. Ma di quell’uomo non è rimasto niente. Si è rivelato bugiardo e violento. Nel 2012, l&#8217; ho denunciato quattro volte per violenza famigliare, colto in flagranza di reato dopo avermi minacciata di morte davanti alla polizia, è stato arrestato e rimesso in libertà con una diffida di allontanamento di sei mesi&#8221;.</em></p>
<p>Liliana è ancora in attesa del processo di separazione e penale. &#8220;<em>Vivo</em> – continua Liliana <em>nell’appartamento di sua proprietà. Ho pagato, con i miei risparmi, quasi tutte le rate del mutuo, con ricevuta a nome mio, perché lui non lavorava ma, secondo la legge, non ho alcun titolo, anche se sposati e in comunione di beni. Lui è andato in banca, ha dichiarato che non abitava più qui e che la banca poteva fare ciò che voleva&#8221;</em>. Le hanno pignorato la casa, e messa in vendita. &#8220;<em>Ora, malata e con due figli, ho uno sfratto esecutivo, faccio fatica a fare la spesa e pagare le bollette. Andrò avanti con lo sciopero della fame fino a quando non avrò un contratto e la sicurezza di un tetto sulla testa&#8221;</em>. La situazione è grave. Mancanza di cibo e interruzione della chemio stanno mettendo a rischio la vita della donna che, adesso, chiede aiuto per una vita dignitosa ma nessuna autorità è in grado di sostenerla.</p>