<p><img class="alignnone size-full wp-image-23539" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/07/Ruvo-di-Puglia-acceleratore-di-protoni-tumore.jpg" alt="" width="770" height="403" /></p>
<p>Grandi passi avanti nel campo della tecnologia che distruggerebbe i tumori ancor prima di generare metastasi: è da alcuni anni infatti, che a Ruvo di Puglia è disponibile un macchinario in grado di riconoscere le cellule tumorali e bruciarli all&#8217;istante.</p>
<p>Nello specifico, esso è un acceleratore di protoni in grado di riconoscere e curare i tumori bombardandoli. Ma pochi lo sanno.<br />
Come riferisce il Sole24Ore, si tratta di un acceleratore lineare in grado di produrre fasci di protoni diretti e concentrati, con un margine di errore di 2 millimetri, sui tessuti da trattare in radioterapia.</p>
<p>Chi lavora alla “Itel” di Ruvo di Puglia, lo dice con orgoglio: “<em>Non siamo solo i primi in Italia ma siamo i soli al mond</em>o”. A fare cosa? A lavorare su un prototipo industriale di uno speciale acceleratore lineare di protoni che – in fasci – si dirigono sui tessuti colpiti da tumore da trattare in radioterapia. In altre parole: è come se l’acceleratore fosse una sorta di cannone che mira le cellule affette da patologie tumorali e le attacca senza però danneggiare le parti sane dei tessuti. Il suo impiego potrebbe aiutare a sconfiggere alcune neoplasie come quelle che affliggono i bambini o che colpiscono la testa o il nervo ottico o il collo.</p>
<p>L’acceleratore è una macchina intelligente capace di agevolare non la diagnosi ma la cura delle malattie oncologiche.</p>
<p>Quando si entra nello stabilimento di Ruvo si ha la sensazione di entrare nel futuro: specchi e vetrate rendono tutto luminoso, anche i tanti dipendenti in camice bianco che circolano con taccuini e diagrammi per i corridoi dell’azienda.</p>
<p><em>&#8220;Il progetto legato all’acceleratore di protoni</em> – su cui sono a lavoro da sei anni – <em>si chiama Erha ovvero Enhanced Radiotherapy with Hadrons&#8221;</em>.</p>
<p>A chiarire di cosa si tratta è <strong>Raffaele Prisco</strong>, responsabile Ricerca e sviluppo della società che si occupa anche della produzione di radiofarmaci e della risoluzione di problematiche legate alla progettazione e installazione delle apparecchiature di risonanza magnetica e diagnostica per immagini. “<em>Il nostro prototipo industriale rivoluziona l’approccio finora usato per l’impiego della proton- terapia</em>”, sottolinea Prisco.</p>
<p>L’azienda fondata da Leonardo Diaferia agli inizi degli anni Ottanta, intende far compiere non al metodo ma al trattamento proton – terapico un salto di qualità: dalla diagnosi alla cura dei tumori. “<em>Innanzitutto per accelerare i protoni non si utilizzano ciclotroni e sincrotroni estremamente costosi e difficilmente modificabili”</em>, spiega Prisco e puntualizza: “<em>Abbiamo optato per un acceleratore lineare modulare perché compatto e poco costoso, integralmente progettato e costruito in Italia</em>”.</p>
<p>L’obiettivo è chiaro e unico nel suo genere: “<em>Rendere disponibile una macchina che integra</em> – in un’unica soluzione – <em>tutte le fasi necessarie per un trattamento proton- terapico: dalla diagnostica alla terapia, passando attraverso la pianificazione del trattamento e il posizionamento del paziente. Quelle già esistenti, fanno solo da cura</em>”, rivela Prisco che azzarda anche una data.</p>