<p><img class="alignnone size-full wp-image-28777" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/11/iStock-655590576.jpg" alt="" width="726" height="481" /></p>
<p>A raccontare il grosso disagio subito è una famiglia italiana che, non ha mai dimenticato, anche a distanza di anni, gli aiuti negati dalla Chiesa che, in un momento buio e di disperazione, li ha cacciati fuori dalla casa di proprietà ecclesiastica. A raccontare l&#8217;accaduto è il padre di famiglia.</p>
<h6><strong>Famiglia sfrattata dalla Chiesa</strong></h6>
<p>Era il 1992 e la famiglia viveva con due figli nella canonica (la canonica, è un edificio destinato a residenza del clero cattolico di una città o di un centro abitato), della parrocchia di San Martino di Iano, un paesino sulla collina pistoiese ma sono stati sfrattati dal parroco.</p>
<p>A riportare la notizia è il <em>Tirreno</em>. “<em>Noi eravamo contenti</em> – dice la moglie – <em>avevamo i bimbi piccoli, mia marito lavorava e pagavamo l’affitto. Eravamo ministri straordinari, facevamo catechismo, ci occupavamo di tutto ciò che riguardava la chiesa”.</em></p>
<p>Nel 2005 il marito purtroppo perde il lavoro ma la famiglia continua a pagare l&#8217;affitto, sia pur con giorni di ritardo. Le difficoltà aumentavano velocemente e i problemi di salute aggravavano la situazione economica.</p>
<p>Il parroco della parrocchia, suggerì alla famiglia di scrivere una lettera alla curia per spiegare che a causa del grosso disagio economico, era difficile per loro affrontare la spesa del canone di locazione. Non ci fu nessuna risposta.</p>
<p>Nel tempo, i problemi crebbero: la figlia fu ricoverata in ospedale e il marito a causa di una paralisi dovette rinunciare a lavori più pesanti e ben remunerati.</p>
<p>Arrivò poi il nuovo parroco, don Maurizio Andreini, ai quali la coppia spiegò la situazione. A nulla servì mostrare le difficoltà, poichè a pochi giorni dii distanza, arrivò la lettera di sfratto, in cui si chiedevano anche i soldi degli affitti arretrati non pagati, per una somma totale di 5.000 euro.</p>
<p>Inoltre qualche mese dopo, a bussare alla porta fu l’ufficiale giudiziario, costringendo la famiglia a lasciare la casa lo scorso 18 Febbraio.</p>
<p>La famiglia, spiegano ancora, attualmente è seguita dalla Caritas.</p>
<p>Una storia che lascia l&#8217;amaro in bocca: come può la Chiesa mettere in difficoltà una famiglia che invece, per volere di Dio dovrebbe essere aiutata?</p>