<h6><em>Muore di cancro dopo aver ricevuto un trapianto di polmoni: è la storia di una donna di origini francesi affetta da fibrosi cistica e in attesa di trapianto sin da quando era bambina.</em></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-6722" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2019/09/iStock-920406350.jpg" alt="" width="745" height="469" /></p>
<p>Una donna di origini francesi, affetta da fibrosi cistica fin da giovane età, è morta di cancro ai polmoni dopo aver ricevuto quegli organi (malati) in un trapianto. A causa della sua malattia che avanzava velocemente, i medici hanno deciso di effettuare il trapianto: hanno inserito nel corpo della donna i polmoni di una fumatrice. Polmoni non sani però. La donna è morta di cancro polmonare subito dopo.</p>
<p>Lo studio pubblicato su Lung Cancer, condotto da medici della University Hospital Montpellier, rivela: &#8220;<em>Secondo la banca dati dei donatori, i polmoni trapiantati sono stati prelevati da una 57enne che fumava un pacchetto di sigarette al giorno da 30 anni</em>&#8220;.</p>
<p>Gli esami praticati al momento della morte cerebrale della donatrice non avevano rilevato alcuna anomalia, ma nel giugno 2018, la paziente trapiantata si è scoperta malata di tumore, è stata ricoverata in oncologia toracica all&#8217;ospedale di Montpellier ed è morta due mesi dopo, senza possibilità di cura. Secondo lo studio, i sintomi ricordano chiaramente quelli causati dal fumo.</p>
<p>&#8220;<em>Il breve lasso di tempo tra il trapianto dei polmoni e la comparsa della prima anomalia radiologica suggeriscono che la carcinogenesi, il processo che trasforma cellule normali in cellule cancerose, avesse avuto inizio durante la vita della donatri</em>ce&#8221;, proseguono gli autori dello studio.</p>
<p>Il cancro sarebbe cresciuto a una velocità anomala, a causa dei trattamenti con immunosoppressori che la donna trapiantata assumeva per evitare il rigetto degli organi. &#8220;<em>Visto il tempo di latenza, relativamente lungo, del cancro ai polmoni, proponiamo che i trapianti da donatori fumatori o che hanno smesso da poco siano considerati con cautela</em>&#8220;, hanno dichiarato i medici.</p>
<p>Opportunità o aumento del rischio? Giovanni D&#8217;Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” ha espresso la sua opinione a riguardo dicendo: &#8221; <em>Il crescente divario tra il numero di pazienti in attesa di trapianto e gli organi disponibili continua a costituire la limitazione più grande all’espansione dei trapianti&#8221;</em>. Nonostante un potenziale rischio di trasmissione di malattie e questo studio che mette in guardia sul rischio di trapiantare tali organi, gli outcome dei trapianti con organi provenienti da donatori &#8220;anomali&#8221; non è risultato associato alla riduzione di sopravvivenza dell’organo e del paziente.</p>
<p>Avere la speranza di poter sopravvivere grazie ad un organo donato è l&#8217;aspettativa di molti che attendono un trapianto, ma vivere con la paura di ricevere un organo malato, è la paura più grande ci ciascuno di loro.</p>
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