<p>Quella che racconteremo oggi è la storia che pochi conoscono di <strong>Eleonora Bottaro</strong>, morta a 17 anni a causa di una leucemia, andata avanti per due anni. Complici della sua morte ci sono i suoi genitori che non l&#8217;hanno adeguatamente &#8220;curata&#8221;: le avevano vietato la chemioterapia in cambio della cura di Hamer. Volevano guarire la giovane con vitamine, cortisone e psicoterapia.</p>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-29918" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2021/02/iStock-907591428.jpg" alt="" width="1365" height="768" /></p>
<p>“<em>L’ordinamento non pone il diritto di vita o di morte dei figli nelle mani dei genitori, al contrario i genitori sono custodi della vita dei figli, che hanno l’obbligo di proteggere</em>”: è quanto scrivono i giudici di Padova nelle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti dei genitori di Eleonora Bottaro, morta a 17 anni senza ricorrere alla chemioterapia.</p>
<p>È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna nei confronti dei genitori di Eleonora Bottaro, la giovane morta a diciassette anni nel 2016 a causa di una leucemia senza ricorrere alla chemioterapia. La diciassettenne, che si ammalò tra il 2015 e il 2016, era stata “curata” seguendo il cosiddetto metodo Hamer, trattando la malattia solo con vitamine e cortisone. Pochi mesi fa la mamma e il papà di Eleonora, Lino Bottaro e Rita Benini, sono stati condannati a due anni ciascuno. Nella motivazione della sentenza i giudici del tribunale di Padova sottolineano che i due genitori avrebbero dovuto <em>&#8220;il preciso dovere di attivarsi per garantire alla figlia il diritto primario, quello di vivere&#8221;</em> e invece <em>&#8220;hanno fatto tutto quanto era in loro potere per sottrarre Eleonora alle cure</em>” che la potevano guarire.</p>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-29922" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2021/02/iStock-1206717331-1.jpg" alt="" width="1254" height="836" /></p>
<p>La giovane sarebbe stata plagiata dai genitori, che le avrebbero precluso l&#8217;unica terapia in grado di salvarle la vita. <em>&#8220;Sottrarre la figlia all&#8217;unica cura che la scienza medica conosce e che, fortunatamente, è anche una cura con elevata possibilità di successo, non è una scelta che risponda a prudenza e perizia</em>&#8220;, si legge ancora nelle motivazioni della sentenza. “<em>Credo nella giustizia divina, non ho sbagliato nulla, rifarei tutto quello che ho fatto, solo Dio sa quanto ha sofferto mia figli</em>a&#8221;, aveva però detto la mamma Rita Bottaro subito dopo la sentenza di condanna.</p>