Psicologia

La bocca di molta gente ha più veleno di quella dei serpenti.

Vi siete mai trovati nella situazione di sentirvi calunniati, di aver sentito pettegolezzi su di voi che non avevano alcun fondamento?
Non vi sentirete più feriti dal momento in cui capirete che quelle calunnie giungono da persone che non valgono nulla e non sono indispensabili nella vostra vita.

A volte ci guardiamo intorno e osserviamo chi c’è intorno a noi, mai soffermandoci a pensare per un solo attimo, quanto la gente è diversa, è diversa da noi, diversa da me e te, ineguagliabile, inconfrontabile: 7 miliardi di persone di carattere differente, non tutti sinceri, molti bugiardi e diffamatori.

La categoria dei più pericolosi è quella degli ipocriti, coloro che fanno maldicenza per godere della sofferenza altrui: questi soggetti hanno fissato le radici nella nostra società e giorno dopo giorno si nutrono di cattiveria cercando in tutti i modi di calunniare, raccontare false informazioni e spargerli ovunque, come se fossero semi di un raccolto. Hanno l’arma più potente che possa esserci: la malvagità.

“Nulla è più veloce della calunnia, nulla si pronuncia più facilmente, nulla più prontamente si accoglie, nulla più ampiamente si diffonde.”

Poi lo sappiamo tutti: l’erba cattiva non muore mai ma, al contrario, si espande rapidamente. Così come le menzogne, giungono da lontano e sopravvivono nell’animo e nella curiosità di chi, per vivere felice, ha bisogno di sapere che gli altri stanno male, rifugiandosi per sempre nelle dicerie altrui.

Tanto più le calunnie sono inverosimili e lontane dalla realtà, più saranno ricordate, poiché, non sono mai i buoni gesti a serbare ricordo.

“Una reputazione una volta infranta è possibile che venga riparata, ma il mondo terrà sempre i propri occhi sul punto dove si è verificata la crepa.” Joseph Hall

La maldicenza portata sotto forma di scherno è la più cattiva di tutte; fa pensare alla cicuta che, di per sé, non è un veleno molto forte, anzi ha un’azione lenta e facilmente vi si può porre rimedio, ma addolcita dal vino, è senza scampo; lo stesso è la maldicenza che, entrerebbe da un orecchio e uscirebbe dall’altro e che invece, penetra fortemente nella mente degli ascoltatori quando è presentata in un contesto di parole sottili e gioviali.

Cosa ci resta da fare?

“Se la gente parla male di te, vivi in modo tale che nessuno possa crederle.” Platone

Con il veleno delle vipere non si muore, si sopravvive con il giusto antidoto: Il serpente ha la lingua biforcuta, a due punte, come dice Aristotele; tale e quale è quella del maldicente, che con un sol morso ferisce e avvelena l’orecchio di chi ascolta e il nome di colui di cui parla male.  Dobbiamo imparare a continuare a vivere diventando immuni e inattaccabili, come il ferro che si scalda con il fuoco ma non si piega.

Immaginate di ballare sotto la pioggia, con un gigante ombrello che vi ripara: cantando a squarciagola, vi godrete ciò che la pioggia vi offre: il suo profumo, la sua serenità, la freschezza. Fate di questo esempio un’icona di vita: continuate a vivere serenamente rendendovi impermeabili alle dicerie e cattiverie, facendole scivolare come la pioggia, senza danneggiarvi e godetevi ciò ce la vita vi offre e ciò che avete di più bello, allontanate questa gente perché è peggio della peste!

“Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un’opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi…” Charlie Chaplin

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