<h6><em>Quando si parla di cancro, siamo sempre molto entusiasti di sentire che ci sono progressi e innovazioni. Nasce già da diverso tempo il farmaco che scioglie il tumore ai polmoni e che l&#8217;Aifa ha approvato con successo. Si chiama Keytruda e rappresenta la speranza per i pazienti oncologici.</em></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-11480" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2019/11/iStock-1137042463-1.jpg" alt="" width="723" height="482" /></p>
<p>L&#8217;<a href="http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/aifa-pubblicazione-schede-di-monitoraggio-registro-keytruda" target="_blank" rel="noopener noreferrer"><strong>Aifa</strong></a> ha già da tempo approvato il farmaco <strong>Keytruda</strong> (pembrolizumab) come “farmaco di prima linea”, che permette di sciogliere il tumore al polmone, anche quelli inoperabili, un tempo trattati esclusivamente con chemio.</p>
<p><a href="https://www.aimac.it/farmaci-tumore/anticorpi-monoclonali/pembrolizumab-keytruda" target="_blank" rel="noopener noreferrer">L&#8217;AIMAC</a> (associazione italiana malati di cancro) ci spiega come agisce questo farmaco.</p>
<h6 class="itemTitle"><strong>Pembrolizumab (Keytruda)</strong></h6>
<p>Il pembrolizumab, comunemente noto con il nome commerciale di Keytruda, è una sostanza che appartiene alla classe di farmaci antitumorali che prendono il nome di anticorpi monoclonali.<br />
KEYTRUDA in monoterapia è indicato nel trattamento di prima linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule.<br />
In condizioni normali, le cellule tumorali mutate sarebbero attaccate dal sistema immunitario, che le riconoscerebbe come estranee all&#8217;organismo. L&#8217;espressione della proteina PD-L1(ligando della proteina PD-1) sulla superficie delle cellule tumorali consente ai tumori di sfuggire all’identificazione e al successivo attacco del sistema immunitario, e quindi di continuare a crescere e proliferare.<br />
Il principio attivo è in grado di stimolare il sistema immunitario dell’organismo ad aggredire le cellule neoplastiche e può anche indurre queste ultime ad autodistruggersi, oppure blocca il recettore impedendogli di legarsi ad una proteina diversa che stimola la crescita delle cellule neoplastiche.</p>
<p>Di conseguenza, non solo le cellule tumorali non sono più in grado di crescere e di prolificare, ma non si possono formare nuovi vasi sanguigni che alimentano il tumore. Venendo in questo modo a mancare l’apporto di ossigeno e di nutrienti, il tumore ‘si affama’, e di conseguenza si restringe o quanto meno smette di crescere.</p>
<p>Il <strong>pembrolizumab</strong> si somministra per infusione in vena (somministrazione goccia a goccia) attraverso una cannula (un tubicino sottile che viene introdotto nella vena del braccio o della mano), per circa 30 minuti ogni tre settimane, per circa sei mesi.</p>
<h6><strong>L&#8217;importanza di questo farmaco</strong></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-11481" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2019/11/iStock-680040354.jpg" alt="" width="724" height="483" /></p>
<p>Un primo importantissimo passo verso il futuro prossimo, che vedrà “l’immuno-oncologia” sostituire finalmente la classica chemioterapia.<br />
E&#8217; inoltre in grado di risvegliare le difese personali, ovvero riattivare il sistema immunitario bloccato dal tumore,in modo da riconoscere le cellule maligne convincendole ad autodistruggersi, suicidarsi.</p>
<h6><strong>Risultati</strong></h6>
<p>Per valutare se il farmaco stia dando ottimi risultati, sono stati fatti numerose indagini e studi. Il più importante fin ora è quello pubblicato Lancet Oncology: sono stati presi in esame 300 pazienti con tumore polmonare in fase molto avanzata, dimostrando che dopo oltre un anno il 70% dei malati dichiarati incurabili, trattati con l’anticorpo monoclonale, era vivo ed in buone condizioni, rispetto a circa il 40% di quelli trattati con la sola chemioterapia.</p>
<p>Al momento è in atto una sperimentazione su altri tipi istologici di neoplasia polmonare, ed anche sui carcinomi maligni di altri organi, come quelli del colon e del pancreas, sperando che si possano ottenere simili risultati.</p>