Salute

Il Governo ha modificato il piano vaccinale con AstraZeneca: raccomandato solo sopra i 60 anni

Dopo la tumultuosa vicenda che ha spaventato gli italiani, che ha come protagonista il vaccino AstraZeneca, il Governo italiano ha chiarito che si sono generate paure infondate e che il beneficio del vaccino supera di gran lunga i rischi. Ma, nonostante ciò, il Governo ha mutato il piano vaccinale italiano: il siero AstraZeneca sarà raccomandato sopra i 60 anni.

In Italia sono attese 34 milioni di dosi,  per vaccinare la fascia 60-79 anni, che non rientra nel personale sanitario.

Nel testo della circolare, si legge: il vaccino AstraZeneca “approvato a partire dai 18 anni di età”, è raccomandato in via “preferenziale” nelle persone dai 60 anni ai 79 anno, “tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortali da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate”.

La strada scelta dal governo è la stessa scelta da altri Paesi europei, che hanno fissato una soglia al di sotto della quale il vaccino non verrà somministrato: Francia e Belgio hanno posto un limite a 55 anni; Germania, Olanda, Spagna e Portogallo hanno fissato l’asticella a 60 anni; Svezia e Finlandia non lo somministrano sotto i 65 anni; la Gran Bretagna ne ha sconsigliato l’uso su persone sotto i trent’anni.

AstraZeneca e richiamo

Nel testo della circolare si legge che “in virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino”. Quindi chi ha già ricevuto la prima dose di AstraZeneca può ricevere con lo stesso vaccino anche il richiamo, che può essere differito fino a 12 settimane.

Fino ad ora il siero di Oxford è stato utilizzato per vaccinare in particolare due categorie, insegnanti e dipendenti delle forze dell’ordine. Per i primi fimo ad ora sono state effettuate 887mila vaccinazioni, mentre tra i militari le inoculazioni sono state 222mila.

Tutte queste persone dovranno ricevere la seconda dose, e potranno comunque completare la vaccinazione con lo stesso siero.

I casi di trombosi

I rari casi di trombosi, che si sono manifestati soprattutto nelle donne giovani, con età media di 30 anni, sono di solito associati a un calo delle piastrine. L’Ema ne conta in totale 86 casi, 18 fatali. In Italia si sono verificati 13 casi, sui quali si sta ancora indagando. Si tratta di un tipo di trombosi localizzata nelle vene nel cervello, o meno frequentemente nell’addome. Un caso su un milione di persone è la normale frequenza con cui si verificano fenomeni del genere: tra i vaccinati si è riscontrato un caso ogni 100mila persone, secondo le statistiche della Germania: un quarto di questi ha dato come esito il decesso. non caratterizzano solo il vaccino AstraZeneca. Le cause di queste trombosi sono ancora sotto esame: per il momento è stato escluso un collegamento con predisposizioni genetiche alla coagulazione o con la pillola contraccettiva.

Come riconoscere le trombosi

Tra i sintomi più diffusi delle trombosi non associate ai vaccini ci sono il gonfiore alle gambe e un dolore al petto. Mentre quelle che colpiscono cervello o addome si manifestano prevalentemente con dolore alla testa o alla ventre, e a volte anche con sintomi neurologici come perdita del gusto, problemi di deambulazione, difficoltà nel linguaggio, disturbi della vista, perdita di sensibilità agli arti. La comparsa di lividi può essere il segno di un calo delle piastrine.