<p>Caffè che sa di benzina o la carne fresca che sembra essere andata a male. Una percentuale di chi guarisce dal Covid o da chi ha l&#8217;infezione in corso, perde una parte dell&#8217;olfatto.</p>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-28305" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/11/iStock-180202404.jpg" alt="" width="724" height="483" /></p>
<p>Sia prima che dopo l&#8217;infezione da Covid, diversi pazienti hanno riferito di aver avuto olfatto e gusto alterato. Entro un mese la metà recupera del tutto, dieci su cento non migliorano.</p>
<p>È uno dei sintomi più diffusi e più persistenti dell’infezione da SARS-CoV-2. La scomparsa del senso del gusto e dell’olfatto riguarda un numero consistente di persone colpite da Covid-19, ma nella gran parte dei casi la situazione ritorna nella normalità o almeno migliora nell’arco di un mese. Lo rileva una ricerca italiana che valutato questo deficit sensoriale in 200 pazienti.</p>
<h6><strong>Quanto dura la perdita di olfatto e gusto?</strong></h6>
<p>Dai dati dello studio veneto, pubblicati sul Journal of the American Medical Association, entro un mese la metà dei pazienti ha recuperato completamente la sensibilità corretta e il 40% ha visto miglioramenti. Nonostante ciò, anosmia e ageusia sono rimasti i sintomi più riferiti dai pazienti a 4 settimane dalla diagnosi dell’infezione. Inoltre, per una minoranza pari a dieci su cento, le difficoltà sono restate invariate oppure sono peggiorate. Cosa significa?</p>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-28306" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/11/iStock-807758952.jpg" alt="" width="724" height="483" /></p>
<h6><strong>Non sentire gli odori non significa essere ancora infetti</strong></h6>
<p>C’è da studiarci su, naturalmente. Ma gli autori (prima firma il professor Paolo Boscolo-Rizzo del Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università di Padova) hanno specificato che non c’è un nesso fra il perdurare del deficit sensoriale e la persistenza dell’infezione, ovvero non è detto che chi continua a non sentire gli odori e i sapori sia esposto a una forma più duratura di infezione. C’è invece un nesso fra l’intensità del sintomo e la sua durata: i pazienti vittime delle forme più severe di anosmia hanno avuto meno probabilità di recuperare l’olfatto entro 4 settimane. «Probabilmente per un danno più severo al neuroepitelio olfattivo», il tessuto che custodisce i recettori che ci consentono di sentire profumi e odori.</p>