Salute

Covid: “Il caffè sa di benzina e la carne di putrefatto”. Ecco come cambia l’olfatto e gusto con il virus

<p>Caffè che sa di benzina o la carne fresca che sembra essere andata a male&period; Una percentuale di chi guarisce dal Covid o da chi ha l&&num;8217&semi;infezione in corso&comma; perde una parte dell&&num;8217&semi;olfatto&period;<&sol;p>&NewLine;<p><img class&equals;"alignnone size-full wp-image-28305" src&equals;"https&colon;&sol;&sol;www&period;ilmondodelledonne&period;net&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2020&sol;11&sol;iStock-180202404&period;jpg" alt&equals;"" width&equals;"724" height&equals;"483" &sol;><&sol;p>&NewLine;<p>Sia prima che dopo l&&num;8217&semi;infezione da Covid&comma; diversi pazienti hanno riferito di aver avuto olfatto e gusto alterato&period; Entro un mese la metà recupera del tutto&comma; dieci su cento non migliorano&period;<&sol;p>&NewLine;<p>È uno dei sintomi più diffusi e più persistenti dell’infezione da SARS-CoV-2&period; La scomparsa del senso del gusto e dell’olfatto riguarda un numero consistente di persone colpite da Covid-19&comma; ma nella gran parte dei casi la situazione ritorna nella normalità o almeno migliora nell’arco di un mese&period; Lo rileva una ricerca italiana che valutato questo deficit sensoriale in 200 pazienti&period;<&sol;p>&NewLine;<h6><strong>Quanto dura la perdita di olfatto e gusto&quest;<&sol;strong><&sol;h6>&NewLine;<p>Dai dati dello studio veneto&comma; pubblicati sul Journal of the American Medical Association&comma; entro un mese la metà dei pazienti ha recuperato completamente la sensibilità corretta e il 40&percnt; ha visto miglioramenti&period; Nonostante ciò&comma; anosmia e ageusia sono rimasti i sintomi più riferiti dai pazienti a 4 settimane dalla diagnosi dell’infezione&period; Inoltre&comma; per una minoranza pari a dieci su cento&comma; le difficoltà sono restate invariate oppure sono peggiorate&period; Cosa significa&quest;<&sol;p>&NewLine;<p><img class&equals;"alignnone size-full wp-image-28306" src&equals;"https&colon;&sol;&sol;www&period;ilmondodelledonne&period;net&sol;wp-content&sol;uploads&sol;2020&sol;11&sol;iStock-807758952&period;jpg" alt&equals;"" width&equals;"724" height&equals;"483" &sol;><&sol;p>&NewLine;<h6><strong>Non sentire gli odori non significa essere ancora infetti<&sol;strong><&sol;h6>&NewLine;<p>C’è da studiarci su&comma; naturalmente&period; Ma gli autori &lpar;prima firma il professor Paolo Boscolo-Rizzo del Dipartimento di Otorinolaringoiatria dell’Università di Padova&rpar; hanno specificato che non c’è un nesso fra il perdurare del deficit sensoriale e la persistenza dell’infezione&comma; ovvero non è detto che chi continua a non sentire gli odori e i sapori sia esposto a una forma più duratura di infezione&period; C’è invece un nesso fra l’intensità del sintomo e la sua durata&colon; i pazienti vittime delle forme più severe di anosmia hanno avuto meno probabilità di recuperare l’olfatto entro 4 settimane&period; «Probabilmente per un danno più severo al neuroepitelio olfattivo»&comma; il tessuto che custodisce i recettori che ci consentono di sentire profumi e odori&period;<&sol;p>&NewLine;