<h6><em>L&#8217;ospedale San Raffaele avvolto dalle polemiche, per aver attivato un servizio di diagnostica domiciliare con prelievo del sangue, radiografia, misurazione della saturazione e referto, ad un costo di 450 euro. Business sui positivi.</em></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-28613" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/11/iStock-1262218519.jpg" alt="" width="800" height="420" /></p>
<p>Una video consultazione tramite Skype con un medico del <strong>San Raffaele</strong> può arrivare a costare <strong>90 euro</strong> e se le condizioni del paziente appaiono preoccupanti, si può prenotare una visita domiciliare del medico, acquistando il pacchetto &#8220;<em>diagnostica domiciliare&#8221;</em> (che comprende prelievo del sangue, radiografia toracica, misurazione della saturazione e referto finale) al costo di 450 euro: è il tariffario dell&#8217;ospedale San Raffaele di Milano per l&#8217;assistenza a domicilio dei positivi al Covid-19 e sta suscitando un&#8217;accesa polemica.</p>
<p>&#8220;<em>Chi non può pagare può crepare, questa è la filosofia che domina nella nostra regione. Le Usca non funzionano? Nessun problema, ci pensano i privati</em>&#8221; ha scritto su Facebook <strong>Vittorio Agnoletto</strong>, medico e responsabile dell&#8217;Osservatorio Coronavirus che insegna Globalizzazione e politiche della salute alla Statale di Milano, riportando l&#8217;esempio del San Raffaele come &#8220;<em>il disastro della medicina territoriale è l&#8217;ennesimo regalo della Regione Lombardia ai privati, che infatti moltiplicano i profitti&#8221;.</em></p>
<h6><strong>Il paziente svuota le tasche per curarsi dal Covid</strong></h6>
<p>Uno dei primi a criticare ciò che sta succedendo è stato il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni: &#8220;<em>Il pubblico arranca e il privato ingrassa, ma il vero problema è a monte. Il privato risponde a una mancanza inaccettabile, ovvero alle carenze dell&#8217;assistenza domiciliar</em>e &#8211; spiega &#8211; <em>Regione Lombardia deve necessariamente potenziare la medicina territoriale, altrimenti la gente si sente abbandonata a casa e i possibili esiti sono due.</em></p>
<p><em>Chi può permetterselo ricorre al privato, accettando tariffe che a mio giudizio gridano vendetta, e chi non può si presenta nei Pronto soccorso, intasandoli ulteriormente&#8221;</em>.</p>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-28612" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2020/11/iStock-1222195729.jpg" alt="" width="1235" height="850" /></p>
<p>Piloni mette in evidenza che c&#8217;è una vera e propria mancanza delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), che in Lombardia non sono sufficienti: &#8220;<em>La Regione deve fare di più, reclutando neolaureati e specializzandi per garantire questo servizio, recuperando medici e lavorando sulla telemedicina</em> &#8211; continua il consigliere regionale &#8211; <em>Stiamo insistendo molto su questo, anche perché abbiamo di fronte almeno altri tre mesi molto difficili prima della primavera e questi interventi non sono più rimandabili. È già stato perso troppo tempo</em>&#8220;.</p>
<p>Contro i costi dell&#8217;assistenza domiciliare offerta dal San Raffaele si è scagliato sui social anche Attilio Galmozzi, medico dell&#8217;ospedale di Crema: &#8220;<em>Il business sul Covid no, vi prego</em> &#8211; ha scritto in un post che è stato condiviso decine di volte &#8211; <em>Risparmiate almeno quello&#8221;, definendo poi il tariffario dell&#8217;ospedale milanese &#8220;un indecoroso affronto&#8221;.</em></p>
<h6><strong>San Raffaele: &#8220;Costo inferiore a normale visita in ospedale&#8221;</strong></h6>
<p>La replica alle critiche è arrivata con una nota in cui si spiega che &#8220;<em>il servizio di telemedicina dell&#8217;Irccs Ospedale San Raffaele è stato implementato ben prima dell&#8217;emergenza sanitaria per Covid-19 e nasce con l&#8217;obiettivo di portare l&#8217;ospedale a casa dei pazienti&#8221;.</em></p>
<p>Il servizio, &#8220;<em>che mette a disposizione specialisti per 43 specialità cliniche&#8221;,</em> lo scorso ottobre è stato esteso anche all&#8217;emergenza Covid. In sostanza, si legge ancora nella nota, &#8220;<em>con un costo inferiore rispetto a una normale visita a pagamento in ospedale, il paziente può richiedere una video visita con un medico specialista in Covid e in base alla valutazione, se lo ritiene, richiedere al proprio domicilio l&#8217;esecuzione degli esami diagnostici. Poi, se le sue condizioni necessitano un approfondimento clinico, il paziente viene indirizzato all&#8217;ambulatorio pauci sintomatici con il Servizio Sanitario Nazionale. Se invece il paziente è ritenuto in condizioni severe si avvisa il servizio 118. Nato come servizio dedicato inizialmente all&#8217;attività di solvenza, oggi la telemedicina è in fase di test per quanto riguarda l&#8217;integrazione con il Servizio Sanitario Nazionale&#8221;.</em></p>