<h6><em>Non sempre pensare alla Chiesa significa ricollegarsi agli insegnamenti di Cristo che predicava umiltà, povertà e fratellanza.</em></h6>
<p><img class="alignnone size-full wp-image-7985" src="https://www.ilmondodelledonne.net/wp-content/uploads/2019/09/iStock-1007990964.jpg" alt="" width="724" height="483" /></p>
<p>I cardinali, a dirlo sembra squallido, ma sono milionari, proprietari di terreni, ville e auto, mentre il popolo continua a vivere nella povertà. Chi dovrebbe vivere di carità (secondo Gesù) è ricco, chi no è povero e a volte non ha neppure cibo per sfamarsi.<br />
“San Pietro non aveva conto in banca” ha detto papa Francesco di recente, il cui nome certo esprime un’intenzione quanto meno a ispirarsi alla povertà, a quella “chiesa dei poveri” tanto cara al fondatore dell’ordine mendicante per eccellenza.</p>
<h6><strong>Papa Bergoglio: San Pietro non aveva conto in banca</strong></h6>
<p>Poco tempo fa Papa Francesco si è messo &#8220;le mani in testa&#8221;dopo aver scoperto che il cardinale e arcivescovo cattolico honduregno <strong>Oscar Maradiaga</strong>, acceso sostenitore di una Chiesa povera e pauperista e nel 2017 promosso proprio da Bergoglio coordinatore del Consiglio dei cardinali – aveva ricevuto per anni circa 35 mila euro al mese (a cui aggiunge una “tredicesima” da 54 mila euro a dicembre) dall’università cattolica di Tegucigalpa.</p>
<p>Un conto in banca sembrano averlo però molti sotto la mano di <strong>Santa romana Chiesa</strong>. E anche bello cospicuo, senza contare le proprietà e i beni. Precisiamo, moltissimi ottenuti in modo assolutamente lecito, per eredità familiari o lasciti testamentari, molti dei quali raccontati dal giornalista Mario Guarino, su Vaticash, il suo nuovo libro di inchiesta edito da edizioni Koinè.</p>
<h6><strong>A predicare la povertà, l&#8217;umiltà evangelica insomma è rimasto solo il Vangelo scritto&#8230;da quello che sembra!</strong></h6>
<p>Tra i nomi che compaiono nel libro, molto ricco e ben documentato, compare anche Monsignor <strong>Liberio Andreatta</strong>, il responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi, con 38 fogli di visure immobiliari al catasto, terreni coltivati tra la Maremma e le campagne di Treviso, un edificio di 1432 metri quadrati e tre immobili in usufrutto e una serie di fabbricati rurali tra Fibbianello e Semproniano. Oppure l’<strong>arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo</strong>, con 8 appartamenti e sei monolocali monolocali, 22 vani abitativi, edifici residenziali, terreni coltivati, tra cui un vastissimo agrumeto.</p>
<p>Continuiamo l&#8217;elenco con l’arcivescovo <strong>Ettore Balestrero</strong>, che possiede numerose proprietà in Italia, tra cui una residenza di dieci vani a Roma, in via Lucio Afranio, altre quattro unità immobiliari a Genova e un appartamento in nuda proprietà a Stazzano, nell’Alessandrino, dove risulta anche possessore di molti terreni agricoli e boschi da taglio. Passando per il <strong>vescovo Giorgio Corbellini</strong>, comproprietario di circa 500 ettari di boschi, due fabbricati e altre centinaia di ettari di pascoli e terreni seminativi sulle colline di Bettola (Piacenza).</p>
<p>Il <strong>cardinale Domenico Calcagno presidente dell’Apsa</strong>, è invece proprietario di un appartamento di 6,5 vani in via della Stazione di San Pietro e altri quattro edifici residenziali nel suo paese natale.Inoltre, insieme a due parenti, è comproprietario di oltre 70 ettari di campi e vigneti in Piemonte.<br />
E ancora gli appartamenti di Camillo Ruini, di Carlo Maria Viganò. Ma non finisce qui!</p>
<p>E&#8217; anche molto recente la notizia che riguarda la contestazione del vescovo austriaco <strong>Aloise Schwarz</strong>, per le sue pazze spesse effettuate come la costruzione di una piscina con sauna, e regali costosi per la sua presunta amante. Il vescovo si difende: “quando gestisci del denaro è possibile cadere nel lusso, anni in cui guadagni e altri in cui investi”.<br />
Cosa aspettarsi insomma dalla Chiesa? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.</p>