giovedì - 25 Aprile - 2024

Covid, essere positivi e curarsi a casa con cortisone e saturimetro a portata di mano: ecco il protocollo dei medici di base

Essere positivi al Covid, non significa finire in ospedale intubati. Da quanto riferisce l’Istituto superiore di sanità, molti soggetti positivi, sono asintomatici ed alcuni di loro, sviluppano sintomi blandi.
Ma come curarsi a casa se si ha il Covid? Tutti i consigli da seguire sono racchiusi in un documento: “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SarsCov2” alla cui stesura ha contribuito il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. Ecco la bozza.

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Curarsi a casa 

Il documento contiene una serie di informazioni utili ai medici di famiglia, per monitorare i pazienti, positivi al Covid, che si cureranno a casa e che non necessitano di ospedalizzazione. «In queste ore è pronto, per una valutazione concertata con i medici di medicina generale – ha spiegato Locatelli – un documento che, elaborato su iniziativa del ministro della Salute, vuole essere un punto di riferimento, una linea di indirizzo» per dare indicazioni ai dottori del territorio sia per il monitoraggio della saturazione degli assistiti come parametro della compromissione respiratoria, sia per indicare «linee terapeutiche che permettano di mantenere la gestione domiciliare del paziente ed evitare il sovraccarico nei pronto soccorso e negli ospedali».

Il documento è «largamente pronto, sarà condiviso e concertato con i colleghi per ottimizzare la gestione nel modo più appropriato e aggiornato a domicilio».

«Ritengo che il ruolo dei medici di medicina generale sia assolutamente cruciale che vada valorizzato e portato al centro della gestione dei malati. Questi medici, proprio per la prossimità, per il contatto che hanno con i loro assistiti, sono straordinariamente rilevanti per la gestione dei malati, soprattutto in ambito domiciliare», e «devono essere assolutamente inclusi in tutto il processo di gestione», ha concluso.

Le regole da seguire

«Misurazione periodica dell’ossigeno con saturimetri; non utilizzare idrossiclorochina; non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri; ricorrere a trattamenti sintomatici come il paracetamolo; non modificare terapie croniche in atto; corticosteroidi, eparina e antibiotici solo in precise situazioni; non sono raccomandati supplementi vitaminici e integratori (lattoferrina, vitamina D ecc) per cui non esistono evidenze solide di efficacia».

Si ricorda che la cura appena menzionata, ovvero la gestione farmacologica in ambito domiciliare, si può applicare sia a coloro che hanno effettuato già il tampone e sia chi invece sospetta di essere positivo.

Per casi sospetti si intende soggetti con sintomi: presenza di febbre (minore di 37.5 C°), malessere, tosse, faringodinia, congestione nasale, cefalea, mialgie, diarrea, in assenza di dispnea, disidratazione, alterazione dello stato di coscienza.

I soggetti anziani e quelli immunodepressi, si avverte, devono prestare maggiore attenzione, possono presentare sintomi diversi e quindi vanno valutati con particolare attenzione e cautela. Qualora i valori del saturimetro dovessero richiedere attenzione del medico o se i sintomi dovessero peggiorare, è preferibile rivolgersi al medico o al pronto soccorso.

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